La Storia di Castelfalfi

Un viaggio alla scoperta del borgo medievale e della sua antichissima storia: dalle testimonianze etrusche a Costanza De Medici, dalla straordinaria vocazione agricola al borgo da sogno.

Le Origini Etrusche


Nel 1926, i contadini della famiglia Biondi scoprirono una tomba etrusca a camera nell'area di Rignano presso Castelfalfi, contenente tre urne cinerarie di calcare con coperchi antropomorfi mutili. Una moneta trovata nella tomba, un semisse di bronzo di Caio Maiano, ha permesso di datarla al 190 a.C. Negli anni '80 del XX secolo, fu scoperta una cavità in tufo usata come cantina nell'area del podere I Bianchi, originariamente una tomba etrusca a camera di età ellenistica, con un corridoio che introduce a una grotta con un ambiente centrale quadrato e tre ambienti semicircolari che formano una croce.


Il Principe Faolfo


Le prime testimonianze su Castelfalfi sono legate alla fondazione dell'Abbazia di San Pietro a Palazzuolo durante il regno di re Astolfo (749-756 d.c.), da Walfredo della Gherardesca, abate, poi divenuto santo. L'abbazia, sotto l'ordine di San Benedetto e libera da ingerenze episcopali, possedeva beni in diverse aree toscane, incluso il borgo di Castelfalfi. Un documento del VIII secolo dopo Cristo descrive Castelfalfi come un feudo diviso in curtis (residenza del signore) e pars massaricia
(residenza dei contadini). Il borgo definito castrum Faolfi (ossia Castello di Faolfo) è abitato e vi si pratica la coltivazione della vite e dell’olivo. Faolfo, un principe longobardo, fu con ogni probabilità il fondatore del castello di Castelfalfi.


Il Dominio Fiorentino

Un documento del 6 dicembre 1230 testimonia il passaggio della comunità di Castelfalfi sotto la giurisdizione della Podesteria di San Miniato per ragioni di sicurezza militare. La Comunità di Castelfalfi dichiara la sottomissione al Podestà di San Miniato, accettando di pagare tasse e offrire servizi lavorativi per la manutenzione del territorio, anche offrendo la donazione di un cero di 10 libbre alla chiesa di Santa Maria di San Miniato per la festa dell’Assunzione di Maria, il 15 agosto. A partire dal 1230 Castelfalfi perde la sua autonomia e viene integrato nel Dominio Fiorentino.

La vocazione agricola


Grazie alle fonti documentarie fiscali del XV secolo è possibile entrare fra le vie del borgo, nelle sue case, conoscendo uno per uno gli abitanti e le loro attività. Nel 1427, trentacinque famiglie vivevano a Castelfalfi nel 1427, l’età media era di 27 anni, l’attività principale era l’agricoltura e una carbonaia era il giacimento energetico del borgo. Conosciamo così, per esempio, la famiglia patriarcale di Andrea di Bondo con tre case nel borgo e tanti poderi coltivati con quelli che ancora oggi sono prodotti tipici del territorio: olio, vino e grano. La famiglia di Bondo possiede anche un frantoio che testimonia una storica tradizione oleicola che a Castelfalfi è stata tramandata per secoli. Un’ulteriore testimonianza storica del valore che ha assunto nel corso dei secoli la produzione agricola per Castelfalfi, sono le regole per l’utilizzo del frantoio comune e quelle con cui si disciplina la vendemmia che troviamo scritte nello Statuto della comunità del 1546.


Il Castello "La Rocca"


Nato come presidio longobardo, le prime testimonianze del Castello di Castelfalfi risalgono al XIV secolo durante l'egemonia fiorentina in area pisana. Le due torri originali, risalenti al Trecento e appartenenti alla Parte Guelfa, servivano principalmente per la difesa del territorio. Nel 1480, membri della famiglia Caetani dichiararono di possedere il castello allora composto da due torri poste a protezione e a controllo della valle. Nel corso del XV secolo furono i Caetani a prendere il dominio su Castelfalfi e furono Giovanfrancesco Caetani e Costanza de' Medici, che, dopo il loro matrimonio nel 1489, ristrutturarono il castello trasformandolo in una residenza signorile, che elessero a loro dimora. Tra le famiglie che guidarono la comunità nei secoli successivi dopo i Caetani ci furono i Desideri, i Tornaquinci ed infine la famiglia Biondi.


Le famiglie Medici e Caetani


A testimonianza della presenza delle prestigiose famiglie Medici e Caetani a Castelfalfi e della loro permanenza nel borgo restano un’insegna marmorea e numerosi stemmi con gli emblemi di entrambe le casate, ancora presenti al castello, e un ritratto di Costanza, attribuibile ad un autore di scuola fiorentina del Quattrocento, oggi alla National Gallery e di cui si espone una copia all’interno del nostro castello.


La chiesa di San Floriano


Le prime testimonianze della pieve di San Floriano a Castelfalfi risalgono alla fine del XIII secolo. San Floriano, martire cristiano del III secolo d.C., è invocato come protettore contro incendi, siccità e altre calamità naturali, e viene festeggiato il 4 maggio. Pur rimanendo all'interno della diocesi di Volterra, nel 1491 la pieve passò sotto la giurisdizione del Capitolo della Cattedrale di Santa Maria del Fiore. La pieve ha subito importanti modifiche architettoniche, una nel XVI secolo e un’altra nel XX secolo. Nel 1619 fu fondata la compagnia laicale intitolata a Maria vergine la cui sede è da collocarsi nell’ambiente, ancora oggi visibile e visitabile, collocato a destra rispetto al corpo centrale della chiesa.


La Villa

È ragionevole pensare che il palazzotto che si trova oggi sulla sinistra all’inizio del borgo di Castelfalfi, definito spesso come Villa, sia stato costruito sul sito di un antico frantoio, già presente nel XV secolo, posseduto in parte da Gerozzo Bardi, membro della famosa famiglia di banchieri fiorentini, ed in parte dal ricco proprietario castelfalfino Andrea di Biondo. Nel 1511 Bernardo di Iacopo di Gerozzo Bardi, vendette il bene alla comunità di Castelfalfi, che nel 1729 espresse la volontà di portare termine il restauro di un edificio definito chiaramente come quello dove un tempo si trovava il frantoio da olio. Nel 1770, la famiglia Desideri acquistò l’edificio che si trovava in cattivo stato di conservazione a causa di un terremoto e che comprendeva ancora un frantoio. L’edificio è molto cambiato dai secoli precedenti, ed ha ormai assunto la qualifica e l’aspetto della casa da signore. Nel XIX secolo, divenuta proprietà dei Biondi, l’area occupata dall’edificio è descritta sinteticamente come villa, con corte e giardino, nell’ aspetto che conservi ancora oggi.

Il mecenate Antonio Biondi


Antonio Biondi (1848-1929), originario e residente di Castelfalfi, fu un mecenate della botanica. Finanziò una storica spedizione in Oriente per la ricerca di nuove piante, sperimentò tecniche di coltivazione innovative e si appassionò ai fossili vegetali. La sua impresa più celebre fu il finanziamento del missionario francescano padre Giuseppe Giraldi in una spedizione in Cina tra il 1888 e il 1901. Il forte legame tra Biondi e padre Giraldi portò alla scoperta del Lilium Biondi e della Magnolia Biondi, che legano per sempre Biondi e Castelfalfi alla botanica. È plausibile immaginare che Biondi abbia piantato bulbi del suo Lilium o semi della sua Magnolia nel giardino all’italiana di fronte alla villa in cui il Biondi viveva; successivamente nel corso del XXI secolo in prossimità del giardino fu costruito un edificio residenziale di ridotte dimensioni oggi denominato come Casa Giardino.


Il Videodocumentario di Castelfalfi

Con le sue case in pietra intrise di secoli di tradizione, il borgo medievale di Castelfalfi ti riporta indietro nel tempo, fino all'epoca etrusca. Tra le sue vie si trovano un castello medievale, La Rocca, la pittoresca chiesa di San Floriano, patrono di Castelfalfi, e il Parco Mediceo con il suo gazebo fiabesco che fa da cornice a una vista mozzafiato.

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